I LUOGHI DELLA FESTA – Piazza San Giovanni Museo della Cattedrale

Laboratorio delle classi: 1A, 1B, 2A, 3A, 4A, 4B, 5A, 5B scuola primaria, I.C. Vann’Antò, plesso Ecce Homo. 

Docenti: Enza Firrincieli, Grazia Tumino, Elena Iacono, Simona Martorana, Sara Gulino, Rossella Mangano, Francesca Maio, Elisa Cannì, Franca Cassarino, Cinzia Nativo, Rosellina Lopez, Giovannella Di Fede, Cettina Insinga, Rossella Raniolo, Carmen Marino, Loretta Gurrieri, Rosy Frasca, Margherita Piazza (coordinatrice), Loredana Pagano, Enrica Lo Presti (coordinatrice).

Tutor videomaking: Francesco Bocchieri. 

Già prima del terremoto del 1693 a Ragusa Ibla fra i devoti a San  Giovanni – che vivevano ” extra moenia”, cioè lontani dal centro di Ibla- vi erano coloro che avevano operato quella che è stata definita la grande “rivoluzione silenziosa” dell’enfiteusi. L’origine della ricchezza della città di Ragusa si deve infatti l’enfiteusi , ovvero la concessione in affitto , con l’obbligo di apportarvi miglioramenti, di appezzamenti di terreni. E’ al nuovo ceto degli enfiteuti arricchiti che, dopo il terremoto dell’11 gennaio del 1693, si deve l’edificazione di Ragusa Superiore con la nuova cattedrale di San Giovanni, che rappresentò una sorta di riscatto sociale per i sangiovannari, così vennero chiamati gli abitanti di Ragusa superiore in opposizione ai sangiorgiani, gli abitanti di Ibla dove continuavano a essere egemoni le famiglie di più antica nobiltà. 

L’origine del campanilismo fra i devoti dei due Santi Protettori di Ragusa, San Giorgio e San Giovanni risale dunque a queste antiche tensioni sociali fra i “nuovi ricchi”, gli enfiteuti, e le famiglie di più antica nobiltà un tempo egemoni.

La cattedrale e la piazza di San Giovanni sono state e continuano ad essere il principale centro di aggregazione della vita religiosa, sociale, economica della città. Nel museo della Cattedrale sono esposti i reperti legati al culto di San Giovanni. 

Il laboratorio ha coinvolto, in diversa misura, tutte le classi del plesso Ecce Homo, dove oltre il 73% dei bambini ha un background migratorio.