Gli insegnanti hanno detto

Vengono qui pubblicati gli interventi video contenenti le riflessioni, i bilanci e le valutazioni delle insegnanti sull’esperienza fatta che, anche quest’anno, per quanto impegnativa, continua a essere giudicata molto positivamente. Andare in Archivio di Stato, raccogliere le testimonianze orali dei parenti più anziani, intervistare gli esperti è diventata una pratica non più straordinaria. Un carattere particolarmente sperimentale è, per il secondo anno consecutivo, il coinvolgimento dei bambini più piccoli della scuola dell’infanzia. Per tutti sia il corso di formazione, condotto da docenti ritenuti particolarmente qualificati, sia l’esperienza di ricerca e la produzione dell’audiovisivo sono stati giudicati esperienze stimolanti per l’innovazione della didattica della storia, per l’educazione ambientale oltre che per promuovere la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale. Il progetto si conferma positivo anche rispetto alle pratiche inclusive capaci di stimolare autostima in chi partecipa. Anche per quest’ultimo aspetto la festa in piazza è giudicata strategica.

Per i principi che ispirano il movimento della public history in Italia si rimanda al suo Manifesto

IL MANIFESTO DELLA PUBLIC HISTORY ITALIANA

Ins. Barbara Diquattro
Insegna nella Scuola dell’infanzia Bruno Minari dell’Istituto Comprensivo “Quasimodo-Ventre” di Ragusa ed è alla sua seconda esperienza. Ha coordinato ed è stata referente del laboratorio Il terremoto del 1693 – Le pietre parlano, i bambini indagano realizzato con i bambini della terza sezione. Nel suo intervento mette in evidenza come le difficoltà di alcuni concetti relativi al percorso di ricerca affrontato siano state da stimolo per trovare nuove strategie e metodologie didattiche. Evidenzia inoltre come i bambini abbiano giocato, alla fine del percorso di ricerca, ad interpretare i ruoli dei personaggi studiati. Infine, l’insegnante affronta anche le criticità di un percorso in cui la città stessa diventa educante, ovvero quelle legate al problema del trasporto degli alunni.
Ins. Cinzia Cappello
Insegna nella Scuola dell’Infanzia Bruno Munari dell’Istituto Comprensivo “Quasimodo-Ventre” di Ragusa. Nel suo intervento mette in evidenza come il laboratorio sia stata un’occasione per far scoprire ai bambini il barocco ibleo di cui si sono fatti anche “narratori”.
Come la collega di lavoro, l’insegnante Barbara Diquattro, parla delle criticità del fare scuola nel territorio, principalmente per il problema del trasporto dei bambini, ostacolo superato grazie alla disponibilità dei loro genitori.
Ins. Maria Laura Avellina
Insegna nella scuola dell’Infanzia Bruno Munari dell’Istituto Comprensivo “Quasimodo-Ventre” di Ragusa ed è alla sua terza esperienza. Ha coordinato ed è stata referente del laboratorio A Palazzo Zacco sulle orme del Maestro Leone, realizzato con i bambini della seconda sezione.
L’insegnante, parlando dell’esperienza appena compiuta, ne mette in evidenza i punti principali: la ricerca sulle foto del Maestro Leone insieme ai bambini come momento di scoperta del paesaggio, l’utilizzo costruttivo dei cellulari per scattare foto alla città, vista come luogo che educa, la scoperta di Palazzo Zacco eletto come “luogo del cuore”, in cui è possibile scoprire i giochi di una volta insieme ai nonni, la scuola intesa come luogo di sedimentazione di esperienze di educazione diffusa nel territorio.
Prof.ssa Giovanna Cascone
Insegnante di Arte e Immagine presso l’I.C. Enrico Berlinguer di Ragusa, ha partecipato a tutte le precedenti edizioni e ha quest’anno collaborato con il laboratorio Ragusa nei giorni dello sbarco. Luglio 1943.
Nel suo intervento spiega come è nata l’idea di lavorare su questo tema, mettendo in evidenza la convergenza tra ricerca storica e ricordi familiari. Viene inoltre sottolineata l’importanza della ricerca su diverse fonti storiche (documentali e orali), la possibilità di dar voce agli ultimi testimoni viventi di quel periodo storico e l’interesse e la partecipazione attiva dei ragazzi, soprattutto quelli che presentano fragilità, i quali, grazie al laboratorio, riescono a mettersi in gioco.
Prof.ssa Luciella Ragusa
Insegnante di Lettere presso l’I.C. Enrico Berlinguer di Ragusa, è alla sua terza partecipazione del progetto. Quest’anno ha preso parte al laboratorio Ragusa nei giorni dello sbarco. Luglio 1943. Nel suo intervento ripercorre i momenti salienti del laboratorio, dalla visita al Museo dello sbarco di Catania all’Archivio di Stato di Ragusa fino alla ricerca delle tracce materiali sul territorio ibleo, mettendo in evidenza come il lavoro svolto sia stata un’occasione per ridare memoria alle vittime innocenti della guerra.
Prof.ssa Viviana Distefano
È insegnante di italiano, storia e geografia presso l’I.C. Maria Schininà di Ragusa. Alla sua terza esperienza, ha coordinato le attività di due laboratori: Il terremoto e la ricostruzione. Leggere il territorio, le carte, le vie della città e La fame e la guerra. I documenti, il testimone, il professore.

Nel suo intervento ripercorre i momenti più importanti del laboratorio , ricordando l’intervento dei numerosi esperti e professionisti intervenuti e sottolinea il coinvolgimento emotivo degli alunni durante l’incontro con il testimone del secondo conflitto mondiale, Sig. Giovanni Gambina.
Mette in evidenza il crescente interesse degli studenti per i temi trattati e il successo delle modalità didattiche utilizzate.
Prof.ssa Livia Antoci
Insegna Storia presso l’I.I.S. “G.B. Vico – Umberto I – R. Gagliardi” di Ragusa. Nel suo intervento mette in evidenza come l’esperienza del laboratorio sia stato un momento di scoperta, sia per gli studenti che per gli insegnanti, della realtà del “distretto informatico ragusano”.
Prof.ssa Santina Albanese
Insegna Scienze Naturale presso l’I.I.S. “G.B. Vico – Umberto I – R. Gagliardi” di Ragusa. Nel suo intervento sottolinea la consapevolezza acquisita da studenti e insegnanti relativamente all’uso del registro elettronico, uno strumento entrato negli ultimi anni nella quotidianità della scuola.
Prof.ssa Filippa Daidone
Insegna Storia presso l’I.I.S. “G.B. Vico – Umberto I – R. Gagliardi” di Ragusa. Nel suo intervento si evidenzia la relazione tra l’esperienza fatta e l’insegnamento dell’Educazione Civica.
Prof.sse Luisa Gurrieri, Giuseppina Galati Formaggio e Grazia Avola
Le tre docenti, rispettivamente di Lettere le prime due e di Lingua e Letteratura Inglese la terza, dell’I.I.S. “Galileo Ferraris” di Ragusa, nel loro intervento parlano di come i contenuti del corso abbiano avuto una ricaduta positiva nella didattica quotidiana. Danno risalto all’autorevolezza degli ospiti intervenuti durante il percorso didattico e sottolineano l’importanza di questa esperienza per gli studenti anche dal punto di vista dell’orientamento.
Prof.ssa Gaudenzia Flaccavento
Insegnante di Lettere presso l’I.I.S. “Galileo Ferraris” di Ragusa, ha svolto il ruolo di referente e coordinatrice del laboratorio Lo zampillo deve chiudere il cerchio. Omaggio a Carmelo Cappello. Nel suo intervento ripercorre sinteticamente il percorso didattico mettendo in rilievo gli aspetti innovativi del lavoro: il coinvolgimento degli studenti fin dall’inizio nella scelta condivisa del manufatto da studiare, le novità emerse sullo stesso attraverso le ricerche in archivio, la ricerca storica su fonti diverse, l’approfondimento di un periodo storico generalmente poco studiato, la partecipazione attiva degli studenti nel lavoro di ripresa audiovisiva ed infine la loro rielaborazione personale e creativa dell’immagine della città nella realizzazione di una maglietta: “La loro voce conta e anche loro hanno qualcosa da raccontare”.